La biologia delle credenze è alla base di tutte le forme della cosiddette “malattie”.Sarà più facile comprendere questa affermazione se ci soffermiamo sulle parole biologia ecredenze.

La biologia è la scienza che studia gli esseri viventi, i fenomeni della vita e le leggi che la governano. Una cellula, in presenza di una particella che può rappresentare nutrimento, si avvicina e la ingloba; in presenza di una particella ritenuta tossica si allontana. Un sistema pluricellulare fa la stessa cosa, con l’unica differenza che agisce sotto l’intermediazione di un sistema di controllo (sistema nervoso). Noi funzioniamo in modo un po’ più complesso ma secondo gli stessi principi. La parte più arcaica del nostro cervello reagisce agli stimoli esterni proprio come una cellula, istintivamente stabilisce se un’esperienza è favorevole, quindi appetibile o se dobbiamo allontanarci perché pericolosa. La corteccia cerebrale, invece, modula e inibisce la maggior parte dei segnali che provengono dalla parte arcaica del cervello, che genera risposte istintive, ed avvia processi razionali che interpretano la realtà in base al vissuto appreso.

Le reazioni del nostro corpo agli eventi esterni hanno sempre una base biologica innescata da stimoli provenienti dalla nostra area arcaica cerebrale che è deputata alla sopravvivenza, di cui, il più delle volte, non ne siamo consapevoli.

Reagiamo biologicamente fin dalla nascita ad un ambiente che ci ha indicato cosa è favorevole e cosa è pericoloso, sulla base di credenze socio-culturali a volte limitanti, a volte incoraggianti, ma che certamente condizionano le nostre azioni e reazioni. I nostri antenati della preistoria usavano il vento come strumento favorevole per sentire gli odori e i rumori provenienti dalla preda da cacciare. Al giorno d’oggi, invece, consideriamo la troppa esposizione al vento come un rischio di contrarre il raffreddore o più in generale un malanno e ne siamo profondamente convinti. È sempre istinto di sopravvivenza, ma i processi biologici che si attivano sono diversi perché l’esperienza condizionante è completamente diversa. Potremmo prenderci un raffreddore se siamo sotto vento, ma non è detto. È ciò che percepiamo come pericoloso e soprattutto spiazzante a fare la differenza. Ogni volta che ci troviamo inaspettatamente di fronte ad una situazione percepita come pericolosa e inaspettata, si attiva un programma biologico specifico per far fronte a tale situazione. Ogni programma biologico genera una risposta del corpo che può diventare un sintomo.

Siamo immersi in regole, convenzioni, credenze religiose e culturali che influiscono fortemente sul nostro modo di percepire la realtà, su ciò che riteniamo pericoloso o rassicurante.

Stravolgere il nostro credo è assolutamente ingiustificato a mio parere, ma oggi abbiamo la straordinaria possibilità di accorgerci quanto la biologia attui programmi precisi in base al vissuto individuale e soggettivo dettato dal particolare habitat in cui siamo stati immersi dalla nascita. La biologia è unica e immodificabile, va solo verificata. Le credenze sono modificabili, ma vanno riconosciute come tali. Una volta riconosciuto il condizionamento emozionale da cui siamo dipendenti, i nostri sintomi cambieranno forma perché si interromperanno i programmi biologici che li hanno generati.

Ma come facciamo a stabilire se ciò in cui crediamo è frutto di un condizionamento o viene dalla nostra saggezza interiore?

La risposta ci viene fornita proprio dal corpo, dai sintomi che manifesta, permettendoci di risalire attraverso un percorso a ritroso, alla condizione scatenante che lo ha generato. Il sintomo è sempre l’ultima manifestazione di un processo biologico attivato da un evento spiazzante e improvviso. Essere consapevoli di tutto questo riduce fortemente la paura della cosiddetta ‘malattia’. Soltanto vedere la malattia come un processo biologico che si realizza secondo leggi naturali precise e verificabili, ci apre un grosso punto di domanda su quanto influiscono su di noi le credenze. Tutto questo non rinnega affatto la medicina, anzì, ne rinnova e potenzia i significati. Per me la medicina è una sola e va onorata e celebrata in tutte le sue forme già esistenti. È il momento di considerare la nostra salute e il nostro benessere unicamente come un atto di responsabilità individuale .

Cominciamo a porci domande su questo argomento,quattro su tutte:

  • Appena avverto un sintomo : quale momento o esperienza spiazzante ho vissuto prima
    che si manifestasse il dolore, fastidio, prurito, malessere?
  • Riflettendo su sintomi importanti avuti nella vita: in quale periodo mi trovavo? Quale
  • evento spiazzante ricordo prima o durante quel periodo?
  • Rispetto ad un qualunque sintomo avuto o presente, domandarsi: perché proprio quel
    tipo di sintomo e in quella zona?
  • Cosa ci farò con la salute?

Non significa quanto starò bene, ma cosa ci farò di costruttivo per gli altri e soprattutto per me. Tutti vogliamo star bene, ma non sempre pensiamo cosa farne in concreto con la salute. La responsabilità del nostro benessere parte da qui. Non pretendiamo di trovare risposte, l’obiettivo è di entrare nell’argomento con maggiore consapevolezza e fiducia, iniziando a diventare parte attiva del processo verso il benessere e soprattutto del proprio processo di espansione della coscienza di sé..

Aspetto le vostre reazioni!

Biologicamente,

La biologia delle credenze è alla base di tutte le forme della cosiddette “malattie”.Sarà più facile comprendere questa affermazione se ci soffermiamo sulle parole biologia ecredenze.

La biologia è la scienza che studia gli esseri viventi, i fenomeni della vita e le leggi che la governano. Una cellula, in presenza di una particella che può rappresentare nutrimento, si avvicina e la ingloba; in presenza di una particella ritenuta tossica si allontana. Un sistema pluricellulare fa la stessa cosa, con l’unica differenza che agisce sotto l’intermediazione di un sistema di controllo (sistema nervoso). Noi funzioniamo in modo un po’ più complesso ma secondo gli stessi principi. La parte più arcaica del nostro cervello reagisce agli stimoli esterni proprio come una cellula, istintivamente stabilisce se un’esperienza è favorevole, quindi appetibile o se dobbiamo allontanarci perché pericolosa. La corteccia cerebrale, invece, modula e inibisce la maggior parte dei segnali che provengono dalla parte arcaica del cervello, che genera risposte istintive, ed avvia processi razionali che interpretano la realtà in base al vissuto appreso.

Le reazioni del nostro corpo agli eventi esterni hanno sempre una base biologica innescata da stimoli provenienti dalla nostra area arcaica cerebrale che è deputata alla sopravvivenza, di cui, il più delle volte, non ne siamo consapevoli.

Reagiamo biologicamente fin dalla nascita ad un ambiente che ci ha indicato cosa è favorevole e cosa è pericoloso, sulla base di credenze socio-culturali a volte limitanti, a volte incoraggianti, ma che certamente condizionano le nostre azioni e reazioni. I nostri antenati della preistoria usavano il vento come strumento favorevole per sentire gli odori e i rumori provenienti dalla preda da cacciare. Al giorno d’oggi, invece, consideriamo la troppa esposizione al vento come un rischio di contrarre il raffreddore o più in generale un malanno e ne siamo profondamente convinti. È sempre istinto di sopravvivenza, ma i processi biologici che si attivano sono diversi perché l’esperienza condizionante è completamente diversa. Potremmo prenderci un raffreddore se siamo sotto vento, ma non è detto. È ciò che percepiamo come pericoloso e soprattutto spiazzante a fare la differenza. Ogni volta che ci troviamo inaspettatamente di fronte ad una situazione percepita come pericolosa e inaspettata, si attiva un programma biologico specifico per far fronte a tale situazione. Ogni programma biologico genera una risposta del corpo che può diventare un sintomo.

Siamo immersi in regole, convenzioni, credenze religiose e culturali che influiscono fortemente sul nostro modo di percepire la realtà, su ciò che riteniamo pericoloso o rassicurante.

Stravolgere il nostro credo è assolutamente ingiustificato a mio parere, ma oggi abbiamo la straordinaria possibilità di accorgerci quanto la biologia attui programmi precisi in base al vissuto individuale e soggettivo dettato dal particolare habitat in cui siamo stati immersi dalla nascita. La biologia è unica e immodificabile, va solo verificata. Le credenze sono modificabili, ma vanno riconosciute come tali. Una volta riconosciuto il condizionamento emozionale da cui siamo dipendenti, i nostri sintomi cambieranno forma perché si interromperanno i programmi biologici che li hanno generati.

Ma come facciamo a stabilire se ciò in cui crediamo è frutto di un condizionamento o viene dalla nostra saggezza interiore?

La risposta ci viene fornita proprio dal corpo, dai sintomi che manifesta, permettendoci di risalire attraverso un percorso a ritroso, alla condizione scatenante che lo ha generato. Il sintomo è sempre l’ultima manifestazione di un processo biologico attivato da un evento spiazzante e improvviso. Essere consapevoli di tutto questo riduce fortemente la paura della cosiddetta ‘malattia’. Soltanto vedere la malattia come un processo biologico che si realizza secondo leggi naturali precise e verificabili, ci apre un grosso punto di domanda su quanto influiscono su di noi le credenze. Tutto questo non rinnega affatto la medicina, anzì, ne rinnova e potenzia i significati. Per me la medicina è una sola e va onorata e celebrata in tutte le sue forme già esistenti. È il momento di considerare la nostra salute e il nostro benessere unicamente come un atto di responsabilità individuale .

Cominciamo a porci domande su questo argomento,quattro su tutte:

  • Appena avverto un sintomo : quale momento o esperienza spiazzante ho vissuto prima
    che si manifestasse il dolore, fastidio, prurito, malessere?
  • Riflettendo su sintomi importanti avuti nella vita: in quale periodo mi trovavo? Quale
  • evento spiazzante ricordo prima o durante quel periodo?
  • Rispetto ad un qualunque sintomo avuto o presente, domandarsi: perché proprio quel
    tipo di sintomo e in quella zona?
  • Cosa ci farò con la salute?

Non significa quanto starò bene, ma cosa ci farò di costruttivo per gli altri e soprattutto per me. Tutti vogliamo star bene, ma non sempre pensiamo cosa farne in concreto con la salute. La responsabilità del nostro benessere parte da qui. Non pretendiamo di trovare risposte, l’obiettivo è di entrare nell’argomento con maggiore consapevolezza e fiducia, iniziando a diventare parte attiva del processo verso il benessere e soprattutto del proprio processo di espansione della coscienza di sé..

Aspetto le vostre reazioni!

Biologicamente,