L’apertura del cuore è il fine ultimo del processo di trasformazione dell’individuo.

Si lavora su di sé esclusivamente per arrivare all’apertura del cuore. Il cuore aperto è quello stato che permette di vivere ogni cosa nell’amore. Da un cuore aperto l’esperienza terrena viene vissuta ad un livello più alto di amore, quell’ amore che risuona col divino, dove, in ogni esperienza, c’è solo amore da vedere e nutrirsene nel corpo.
Il cuore aperto ama incondizionatamente, nel senso che non è condizionato da nessun’altra esperienza, se non quella dell’amore.
Il cuore aperto ha sublimato il dolore e il sacrificio, non è più identificato col disagio, la malattia, la rinuncia. Per un cuore aperto l’identificazione con la sofferenza non è altro che amore ancora non visto.

Il lavoro su di sé è quell’azione quotidiana che ha come obiettivo l’apertura del cuore, attraverso cui riusciremo a portare amore nelle nostre vulnerabilità, nelle nostre paure paralizzanti, nella nostre zone depresse, nelle parti di noi che stanno rinunciando alla vita.

Portare amore nelle nostre parti in ombra non vuol dire eliminare il disagio, significa provare gratitudine e compassione per tutto ciò che siamo, senza esclusioni o limitazioni, significa partecipare nell’amore a tutte le nostre condizioni che aspettano solo di essere riconosciute ed amate, come se fossero bambini o figli che si sono chiusi in se stessi perché non sono stati visti, amati.

Ma come si fa a portare amore nelle nostre zone buie?

Le zone in ombra del nostro regno interiore sono quelle che ci spaventano di più, sono quelle che evitiamo a tutti i costi perché abbiamo paura di non reggere alla sofferenza nel momento in cui dovessimo sentirci intrappolati dentro. A volte siamo talmente abituati a stare lontano dalla paura della sofferenza da pensare che la sofferenza stessa non ci riguardi. Un altro indicatore importante è la sensazione di insoddisfazione permanente di fronte a se stessi e a certe questioni importanti della vita, come ad esempio il sentire a pieno la gioia di vivere, di esserci pienamente in questo giro di giostra entusiasmante.

Proprio la paura e l’insoddisfazione sono la porta d’accesso alle nostre zone d’ombra, ma l’amore terreno, l’amore inteso come attaccamento, non ha la vibrazione sufficiente per avvicinarsi alla densità dell’oscurità, anzi le si oppone. L’amore che illumina tutta la nostra bellezza, che colonizza ogni angolo del nostro regno, compresi gli angoli dimenticati, viene dall’alto, dalla nostra sorgente divina ed ha una vibrazione alta, così alta da trasformare l’esperienza dolorosa in rinnovata forza vitale, liberando una potenza pari a quella che è imprigionata nella sofferenza.

Quindi, per portare amore nelle nostre zone buie non puoi essere solo e soprattutto sentirti solo. La tua decisione è bene che sia indirizzata sul chi ti accompagnerà nel viaggio e non sul come affrontarlo. È una scelta molto importante, non focalizzarti sul percorso che non puoi conoscere prima di iniziare, allestisci lo scenario che ti permetterà di intraprenderlo.

Scegli un accompagnatore, un mentore, un maestro di cui ti fidi, che conosca strumenti validi per procedere nel tuo cammino, scegli persone con cui condividere le tue conquiste e le tue difficoltà, che credono nelle tue scelte e che quindi non le giudicheranno mai, crea uno spazio sacro dove raccoglierti per maturare la consapevolezza della tua trasformazione.

Fai tutto questo! Sarà il primo atto d’amore innovativo rivolto al cambiamento, sarà il primo vero atto d’amore da una postazione responsabile, che vede oltre il singolo gesto, che desidera riempire d’amore ogni angolo dello spazio interiore, che vuole amarsi in ogni sua forma, che vuole essere amore.

Ora sei pronto/a, non ti resta che partire!

L’apertura del cuore è il fine ultimo del processo di trasformazione dell’individuo.

Si lavora su di sé esclusivamente per arrivare all’apertura del cuore. Il cuore aperto è quello stato che permette di vivere ogni cosa nell’amore. Da un cuore aperto l’esperienza terrena viene vissuta ad un livello più alto di amore, quell’ amore che risuona col divino, dove, in ogni esperienza, c’è solo amore da vedere e nutrirsene nel corpo.
Il cuore aperto ama incondizionatamente, nel senso che non è condizionato da nessun’altra esperienza, se non quella dell’amore.
Il cuore aperto ha sublimato il dolore e il sacrificio, non è più identificato col disagio, la malattia, la rinuncia. Per un cuore aperto l’identificazione con la sofferenza non è altro che amore ancora non visto.

Il lavoro su di sé è quell’azione quotidiana che ha come obiettivo l’apertura del cuore, attraverso cui riusciremo a portare amore nelle nostre vulnerabilità, nelle nostre paure paralizzanti, nella nostre zone depresse, nelle parti di noi che stanno rinunciando alla vita.

Portare amore nelle nostre parti in ombra non vuol dire eliminare il disagio, significa provare gratitudine e compassione per tutto ciò che siamo, senza esclusioni o limitazioni, significa partecipare nell’amore a tutte le nostre condizioni che aspettano solo di essere riconosciute ed amate, come se fossero bambini o figli che si sono chiusi in se stessi perché non sono stati visti, amati.

Ma come si fa a portare amore nelle nostre zone buie?

Le zone in ombra del nostro regno interiore sono quelle che ci spaventano di più, sono quelle che evitiamo a tutti i costi perché abbiamo paura di non reggere alla sofferenza nel momento in cui dovessimo sentirci intrappolati dentro. A volte siamo talmente abituati a stare lontano dalla paura della sofferenza da pensare che la sofferenza stessa non ci riguardi. Un altro indicatore importante è la sensazione di insoddisfazione permanente di fronte a se stessi e a certe questioni importanti della vita, come ad esempio il sentire a pieno la gioia di vivere, di esserci pienamente in questo giro di giostra entusiasmante.

Proprio la paura e l’insoddisfazione sono la porta d’accesso alle nostre zone d’ombra, ma l’amore terreno, l’amore inteso come attaccamento, non ha la vibrazione sufficiente per avvicinarsi alla densità dell’oscurità, anzi le si oppone. L’amore che illumina tutta la nostra bellezza, che colonizza ogni angolo del nostro regno, compresi gli angoli dimenticati, viene dall’alto, dalla nostra sorgente divina ed ha una vibrazione alta, così alta da trasformare l’esperienza dolorosa in rinnovata forza vitale, liberando una potenza pari a quella che è imprigionata nella sofferenza.

Quindi, per portare amore nelle nostre zone buie non puoi essere solo e soprattutto sentirti solo. La tua decisione è bene che sia indirizzata sul chi ti accompagnerà nel viaggio e non sul come affrontarlo. È una scelta molto importante, non focalizzarti sul percorso che non puoi conoscere prima di iniziare, allestisci lo scenario che ti permetterà di intraprenderlo.

Scegli un accompagnatore, un mentore, un maestro di cui ti fidi, che conosca strumenti validi per procedere nel tuo cammino, scegli persone con cui condividere le tue conquiste e le tue difficoltà, che credono nelle tue scelte e che quindi non le giudicheranno mai, crea uno spazio sacro dove raccoglierti per maturare la consapevolezza della tua trasformazione.

Fai tutto questo! Sarà il primo atto d’amore innovativo rivolto al cambiamento, sarà il primo vero atto d’amore da una postazione responsabile, che vede oltre il singolo gesto, che desidera riempire d’amore ogni angolo dello spazio interiore, che vuole amarsi in ogni sua forma, che vuole essere amore.

Ora sei pronto/a, non ti resta che partire!