LA GUARIGIONE TRA TERRA E CIELO

GUARISCI TE STESSO E GUARIRAI UN PEZZETTO DI MONDO

Tutti pensiamo che guarire, sia una un processo legato alla malattia. La definizione corrente della parola guarire recita: rimettere in salute un malato (vocabolario treccani).

Ma la parola guarire deriva dal germanico varian: proteggere; la cui radice è var: guardare. Il significato originario è legato al prendersi cura attraverso l’osservazione consapevole.

Se valutiamo le due definizioni, nella prima, il sintomo e la malattia sono percepite come qualcosa di scomodo, di inaccettabile, che va debellato per tornare il prima possibile alla condizione benefica di salute, l’unica vivibile. Nella seconda, invece, guarire è prendersi cura della propria condizione attraverso l’osservazione consapevole dei fattori che condizionano la nostra esistenza intera.

Sono molto legato a questa seconda versione, a questo modo di vedere noi stessi.
Siamo esseri incarnati tra la terra e il cielo. Abbiamo la possibilità di assaporare la nostra esistenza terrena in tutta la sua estensione verticale, dalla fisicità della materia (terra) fino alle vette più alte della realtà sottile dello spirito (cielo).

Mi piace vedere l’essere umano molto più alto della sua statura in centimetri. Per me la sua grandezza, la sua altezza, raggiunge cime altissime, fino a fondersi con l’infinito. Questo collegamento tra terra e cielo, questo asse verticale che rappresenta il nostro patrimonio vitale in tutta la sua estensione, in molti casi risulta ostruito o influenzato da forze esterne che ne alterano il segnale.

Guarire per me è imparare ad osservare consapevolmente noi stessi per cogliere i tratti di questa linea ascensionale in cui il segnale si è interrotto, per poi agire fiduciosamente allo scopo di ripristinare il libero fluire delle informazioni, tra la terra e il cielo del nostro essere.

La guarigione è un processo, un processo fisico di trasformazione. Non è curarsi o soltanto occuparsi dei sintomi del corpo cercando di toglierli. Guarire è uscire dalla condizione di malato e accogliere il sintomo come occasione irrinunciabile di evoluzione personale.

Se iniziamo a vederci come entità che tendono naturalmente all’evoluzione, ci renderemo conto ben presto che, non di rado, siamo noi ad interrompere o non accettare tale processo di espansione, spesso per paura.

La malattia spaventa tutti, ma se allarghiamo il focus e la osserviamo come un elemento all’interno di un disegno molto più grande, la paura diminuirà un po’ di intensità e lascerà spazio alla curiosità e alla fiducia che ci consentirà di vivere ogni esperienza, anche quelle più scomode come un dono.

Purtroppo siamo esseri condizionati da ambienti poco salutari, credenze, sofferenza, società, memorie ingombranti, malattie. Se viviamo ancorati con lo sguardo in basso, rivolto soltanto verso il mondo materiale restando fedeli alla nostra visione parziale del creato, non avremo altra scelta che fare la gincana tra una disavventura ed un’altra.

Il percorso di guarigione non libera dalla malattia, perché non la concepisce come tale. Il percorso di guarigione devia la traiettoria di credenze limitanti, scioglie strati di condizionamento per far emergere la luce che c’è sotto, interrompe segnali di memorie imprigionanti, connette al cielo, alla nostra anima, per incarnare la nostra esperienza terrena nel dono della pura bellezza.

Attuare un percorso di guarigione è la più grande eredità che possiamo lasciare alle generazioni future. La guarigione del pianeta dipenderà esclusivamente dalla trasformazione delle coscienze individuali che per fortuna sta già avvenendo.

La frequenza della terra si sta alzando molto velocemente così come la vibrazione collettiva delle nuove coscienze. Siamo attori e nello stesso tempo spettatori privilegiati del nuovo che si sta affermando.

Guarisci te stesso e guarirai un pezzetto di mondo!