Perché la figura del padre e della madre sono determinanti nel processo di guarigione di ogni individuo? La guarigione è quel percorso che scopre e scioglie ciò che limita il libero fluire della vita dentro di noi. Non possiamo quindi non partire da chi, la vita ce l’ha data.
Abbiamo ricevuto la vita per farne qualcosa di meraviglioso ma, se pensiamo a quello che ci è arrivato dai nostri genitori, non sempre siamo allineati con questa verità. Rimaniamo ancorati ad un contenzioso con loro sperando che cambino le cose o, peggio, rinunciando definitivamente alla nostra felicità per quello che non siamo riusciti ad ottenere da loro. Questa è la visione materialistica che tutti noi abbiamo sviluppato crescendo.
Non abbiamo mai considerato che la scelta dei nostri genitori è avvenuta ad un livello diverso, animico.
La nostra anima, in accordo con quella dei nostri genitori, ha scelto proprio loro per fare esperienza di quel salto evolutivo che senza di loro, con quelle caratteristiche incarnate, non avrebbe potuto realizzarsi.
Se pensiamo al progetto Cristico di Gesù a livello animico, ci accorgiamo subito che si è realizzato attraverso la rappresentazione misterica della divina famiglia ‘Padre, Figlio e Spirito Santo’, dove il Padre è Dio che parla attraverso il Figlio, mentre lo Spirito Santo è il soffio vitale, la scintilla d’amore che pervade tutto e tutti, legato al femminile, al materno, a Maria. Gesù aveva tutto il corredo fornito dai sui ‘Genitori’ per realizzare ciò che ha realizzato.
I nostri genitori sono i primi a farci vedere cosa siamo venuti a fare in questo passaggio sulla terra.
Se abbiamo genitori imprigionanti, probabilmente il nostro compito è sviluppare in modo innovativo l’esperienza della libertà, non come atto ribelle alla prigionia ma come presa di coscienza ad un livello più alto da dove possiamo vedere tutti, noi e gli altri, liberi di agire, pensare e parlare secondo il proprio destino. Consideriamo i nostri genitori infantili? Certamente vuol dire che abbiamo le carte in regola per fare esperienza della nostra ‘adultità’ in modo trasformativo rispetto alla nostra evoluzione animica. Potremmo fare tantissimi esempi, dai più morbidi a quelli più difficili da digerire. Siamo anime in cammino e i nostri genitori fanno parte di questo scenario architettato con ingegno per favorire la nostra crescita verso l’unione con la fonte, dove non esiste più la contrapposizione.
Lo sforzo più grande è vedere i nostri genitori, compresi quelli più contraddittori, come attori al servizio del nostro progetto, le cui anime hanno accettato di recitare ruoli scomodi e darci la vita nonostante questo. Il conto aperto con i nostri genitori esiste su più livelli, ma il motivo meno evidente anche se il più potente è che li amiamo a tal punto da volerli diversi, vogliamo che sentano il nostro amore, vogliamo che non facciano quel tipo di errore, vorremmo sottrarci alle loro azioni asfissianti o laceranti. Se non li amassimo, ci sottrarremmo senza problemi alle loro azioni che provocano tanta sofferenza in noi. La soluzione potrebbe sembrare quella di amarli un po’ meno, ma alla fine, il risultato sperato, sarebbe, oserei dire, ancora più fallimentare.
La soluzione invece è amarli ad un livello diverso, più alto, amandoli per come sono, lasciandoli liberi di andare incontro al loro destino diventando liberi di realizzare il nostro e, soprattutto, ringraziandoli di averci dato la vita.
Sembra molto difficile farlo, ma non lo è. Dalla mia esperienza diretta, la vera difficoltà è entrare nell’intenzione di farlo. È più difficile entrare nell’intenzione di amare un padre che se ne è andato quando avevamo tre anni, piuttosto che farlo.Per questo c’è bisogno di entrare fisicamente e praticamente nell’esperienza genitoriale. È fondamentale comprendere come siamo collocati nei confronti della vita che ci è stata data da mamma e papà, per poi agire senza più ripensamenti e fraintendimenti.
Come iniziare:
- Prima di coricarti, scrivi una lettera a tua madre e una a tuo padre, anche se uno o entrambi non sono più in vita. Scrivi a mano libera, senza badare alla punteggiatura, tutto quello che scorre senza pensare a cosa stai scrivendo. Scrivi pensando di avere davanti mamma o papà. Scrivi finché ce n’è. Se non scrivi nulla non fa niente. Resta sul foglio, finché ce n’è. Poi, lascia tutto lì. Il giorno dopo, brucia le lettere.
- Il giorno successivo rimettiti su un altro foglio e scrivi un’altra lettera ai tuoi genitori. Il giorno dopo bruciale. Scrivi almeno tre lettere ciascuno.
Lo scopo è muovere ciò che è fermo dentro di te e condiziona le tue giornate, riguardo al conto aperto con i tuoi genitori.
Per generare qualcosa di interessante nella tua vita è bene onorare chi ha partecipato al tuo progetto, agendo fattivamente generando te, TUA MADRE e TUO PADRE.
Aspetto di conoscere le vostre posizioni e riflessioni in merito.
Onorandovi tutti!
Perché la figura del padre e della madre sono determinanti nel processo di guarigione di ogni individuo? La guarigione è quel percorso che scopre e scioglie ciò che limita il libero fluire della vita dentro di noi. Non possiamo quindi non partire da chi, la vita ce l’ha data.
Abbiamo ricevuto la vita per farne qualcosa di meraviglioso ma, se pensiamo a quello che ci è arrivato dai nostri genitori, non sempre siamo allineati con questa verità. Rimaniamo ancorati ad un contenzioso con loro sperando che cambino le cose o, peggio, rinunciando definitivamente alla nostra felicità per quello che non siamo riusciti ad ottenere da loro. Questa è la visione materialistica che tutti noi abbiamo sviluppato crescendo.
Non abbiamo mai considerato che la scelta dei nostri genitori è avvenuta ad un livello diverso, animico.
La nostra anima, in accordo con quella dei nostri genitori, ha scelto proprio loro per fare esperienza di quel salto evolutivo che senza di loro, con quelle caratteristiche incarnate, non avrebbe potuto realizzarsi.
Se pensiamo al progetto Cristico di Gesù a livello animico, ci accorgiamo subito che si è realizzato attraverso la rappresentazione misterica della divina famiglia ‘Padre, Figlio e Spirito Santo’, dove il Padre è Dio che parla attraverso il Figlio, mentre lo Spirito Santo è il soffio vitale, la scintilla d’amore che pervade tutto e tutti, legato al femminile, al materno, a Maria. Gesù aveva tutto il corredo fornito dai sui ‘Genitori’ per realizzare ciò che ha realizzato.
I nostri genitori sono i primi a farci vedere cosa siamo venuti a fare in questo passaggio sulla terra.
Se abbiamo genitori imprigionanti, probabilmente il nostro compito è sviluppare in modo innovativo l’esperienza della libertà, non come atto ribelle alla prigionia ma come presa di coscienza ad un livello più alto da dove possiamo vedere tutti, noi e gli altri, liberi di agire, pensare e parlare secondo il proprio destino. Consideriamo i nostri genitori infantili? Certamente vuol dire che abbiamo le carte in regola per fare esperienza della nostra ‘adultità’ in modo trasformativo rispetto alla nostra evoluzione animica. Potremmo fare tantissimi esempi, dai più morbidi a quelli più difficili da digerire. Siamo anime in cammino e i nostri genitori fanno parte di questo scenario architettato con ingegno per favorire la nostra crescita verso l’unione con la fonte, dove non esiste più la contrapposizione.
Lo sforzo più grande è vedere i nostri genitori, compresi quelli più contraddittori, come attori al servizio del nostro progetto, le cui anime hanno accettato di recitare ruoli scomodi e darci la vita nonostante questo. Il conto aperto con i nostri genitori esiste su più livelli, ma il motivo meno evidente anche se il più potente è che li amiamo a tal punto da volerli diversi, vogliamo che sentano il nostro amore, vogliamo che non facciano quel tipo di errore, vorremmo sottrarci alle loro azioni asfissianti o laceranti. Se non li amassimo, ci sottrarremmo senza problemi alle loro azioni che provocano tanta sofferenza in noi. La soluzione potrebbe sembrare quella di amarli un po’ meno, ma alla fine, il risultato sperato, sarebbe, oserei dire, ancora più fallimentare.
La soluzione invece è amarli ad un livello diverso, più alto, amandoli per come sono, lasciandoli liberi di andare incontro al loro destino diventando liberi di realizzare il nostro e, soprattutto, ringraziandoli di averci dato la vita.
Sembra molto difficile farlo, ma non lo è. Dalla mia esperienza diretta, la vera difficoltà è entrare nell’intenzione di farlo. È più difficile entrare nell’intenzione di amare un padre che se ne è andato quando avevamo tre anni, piuttosto che farlo.Per questo c’è bisogno di entrare fisicamente e praticamente nell’esperienza genitoriale. È fondamentale comprendere come siamo collocati nei confronti della vita che ci è stata data da mamma e papà, per poi agire senza più ripensamenti e fraintendimenti.
Come iniziare:
- Prima di coricarti, scrivi una lettera a tua madre e una a tuo padre, anche se uno o entrambi non sono più in vita. Scrivi a mano libera, senza badare alla punteggiatura, tutto quello che scorre senza pensare a cosa stai scrivendo. Scrivi pensando di avere davanti mamma o papà. Scrivi finché ce n’è. Se non scrivi nulla non fa niente. Resta sul foglio, finché ce n’è. Poi, lascia tutto lì. Il giorno dopo, brucia le lettere.
- Il giorno successivo rimettiti su un altro foglio e scrivi un’altra lettera ai tuoi genitori. Il giorno dopo bruciale. Scrivi almeno tre lettere ciascuno.
Lo scopo è muovere ciò che è fermo dentro di te e condiziona le tue giornate, riguardo al conto aperto con i tuoi genitori.
Per generare qualcosa di interessante nella tua vita è bene onorare chi ha partecipato al tuo progetto, agendo fattivamente generando te, TUA MADRE e TUO PADRE.
Aspetto di conoscere le vostre posizioni e riflessioni in merito.
Onorandovi tutti!
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